sabato 1 febbraio 2020

Ci pensi ancora?

Ci pensi ancora a me? Nonostante tutto il tempo trascorso, questo è l'ennesimo sabato sera di studio in cui la mente vaga e riscrive la nostra non-storia. Non posso impedirlo, eppure sto bene, forse per la prima volta da quando ti ho conosciuto. Ora che accanto a te hai un'altra persona che ti rende felice per davvero, è arrivato il momento anche per me di smettere di punirmi per il passato e rimettermi in gioco.
L'altro giorno ho persino avuto una specie di appuntamento. Non sono sicura che lo fosse, d'altronde non sono pratica di questo genere di uscite né ho intenzione di diventarlo, però ho riso, parlato tantissimo e sono stata me stessa.
Tuttavia, il Fato non smette di divertirsi con me: il ragazzo con cui sono uscita si chiama come te, come mio padre, come altri migliaia di uomini.
Un nome è solo un nome, ma io penso ancora a te.

sabato 18 gennaio 2020

"Sono innamorato."

Il momento che temevo più di tutti alla fine è arrivato. Hai mirato al cuore, diretto e deciso.
"Sono innamorato."
Ho fissato quel messaggio provando mille emozioni nel giro di pochi secondi, ma non posso mentire e dire che non me lo sarei mai aspettata. Era solo questione di tempo.
Ho risposto da persona matura, mentre qualche lacrima rigava il mio viso. Non c'è stato un pianto disperato e nelle mie parole, "Spero che lei riesca a renderti felice", c'era solo triste rassegnazione.
Per me oggi finisce l'ennesimo capitolo della nostra storia.
Hai avuto il coraggio di dirmelo, di questo ti sono grata.
Almeno ora so di non poter più scriverti nel cuore delle notti in cui non riesco a dormire.
Magari lei sarà quella giusta per dimenticare tutto il male che ci siamo fatti in questi due anni e mezzo.

venerdì 25 ottobre 2019

Vorrei tornare a Roma


A quei giorni di inizio settembre
Al gelato di Giolitti per cena
All'aria fresca che ti accarezza il viso
Alla fine dell'estate
Alle canzoni urlate in centro alle tre di notte
Alle dichiarazioni d'amore sui muri dei palazzi
Al tramonto sul Parco degli Acquedotti
Alle corse in macchina con la musica tamarra
Alla magia delle sere in Piazza di San Giovanni
Ai complimenti urlati dai romani come se fossi la Bellucci
Alle terrazze da cui vedere San Pietro
Alle viuzze in cui perdersi poi cercarsi e infine ritrovarsi
Ai pranzi alle quattro del pomeriggio
Alle sveglie impostate e poi ignorate
Ai baci rubati a Villa Borghese
Ai luoghi dei film di Verdone

A me, leggera e frivola

Ma anche
A te, che mi hai voluto bene lo stesso

lunedì 21 ottobre 2019

Easy

Mi sono mai messa realmente in gioco per te? Ormai non lo so più, ma ho il cuore a pezzi, è il tuo compleanno, non smetto di piangere e non credo più che tu sia stato un ripiego. Tu non hai mai neanche tentato di aprirmi il tuo cuore, io ci ho provato e il fardello era troppo pesante per te da poter essere sopportato.
So da tempo che non eravamo fatti per durare insieme, ma stasera ho compreso di non stare più bene al tuo fianco, che tu stai bene soltanto da solo e io invece sono troppo giovane per credere che questa possa essere la migliore relazione a cui ambire. Mi mancherai, perché nonostante tutto abbiamo condiviso tanti bei momenti insieme e ti ho voluto bene veramente. Mi mancheranno i gatti, le mattine in cui ci svegliavamo tardi e mi accompagnavi in moto, i film e il modo in cui facevamo l'amore. Però ora devo lasciarti andare e imparare a voler bene a me stessa, prima di volerne a un'altra persona. Penso di aver imparato molto da te e se sono stata più scontrosa che dolce, è solo perché avevo troppa paura di perderti per ammettere di essermi innamorata di te. Ti ho perso comunque, ho allontanato pure te con le mie bugie, i miei sbalzi di umore e soprattutto quando ti ho mostrato che non sono soltanto una ragazza forte e determinata, ma anche debole e tanto - forse troppo - insicura. Con te, almeno in minima parte, ho provato per la prima volta ad essere me stessa e anche se ho fallito non me ne pento. Volevo dimostrarti il mio amore con regali che non desideravi da me, spero che un giorno troverai la persona giusta con cui non avrai paura di condividere la tua vita.

mercoledì 4 settembre 2019

And I thought that it would kill me

Il tuo tour è finito lo scorso week end, sei tornato a casa senza passare di qua e io ogni sera vedo il sole tramontare in mare un pochino prima rispetto al giorno precedente. L'estate volge al termine, anche se in realtà manca ancora un intero mese e io non so proprio cosa farò al mio ritorno. Le settimane ormai trascorrono tutte uguali, persino gli imprevisti non mi sorprendono più e se una serata va liscia non mi sembra di meritare qualche ora di riposo. I bar continuano ad essere pieni di giapponesi, inglesi, tedeschi e finalmente inizia a diminuire la percentuale di italiani sull'isola ed io posso tornare ad essere me stessa. È uscita tanta nuova musica, ma fermarsi e prendersi del tempo per ascoltarla in silenzio sdraiata sul pavimento della mia camera è quasi impossibile. L'altro giorno, però, stavo prendendo il sole in una caletta particolarmente affollata e le ragazze sedute accanto a me ascoltavano Taylor Swift. Quello stesso giorno mi hai scritto, dopo venti giorni dall'ultima volta e ho realizzato che è stato il primo tour in cui non ci sono state telefonate o messaggi disperati nel cuore della notte. Il nostro rapporto sta cambiando insieme a noi, stiamo accettando la separazione, oppure fingiamo meglio di quanto potessi immaginare. Non è ancora arrivata l'indifferenza nei tuoi confronti e, detto tra noi, non credo che arriverà mai. Sentire il tuo nome o vederti in mezzo ad una folla di persone mi farà sempre venire in cerca di te soltanto. Potrebbe essere stupido, o infantile persino, ma non voglio rinunciare completamente a te. E tu? Prima di tornare alla vita di tutti i giorni vieni a prendermi? 

venerdì 23 agosto 2019

Si è spento il sole

A mezzanotte compirai trentadue anni, perciò tanti auguri amore. Posso ancora chiamarti così? Solo per oggi, torniamo baby e amore. Come ogni ballata che si rispetti, anche la nostra storia non è destinata ad avere un lieto fine, ma ogni epilogo pare troppo scontato, perciò rimaniamo a volteggiare ancora un po', almeno nei nostri sogni. Ieri notte ha piovuto e l'isola si è svuotata. Io per una volta sono andata a dormire presto e ti ho sognato. Non accadeva da qualche mese, è stato strano e familiare allo stesso tempo. Mi manchi, vorrei scriverti solo per una volta e invece no, resisterò persino ora. Sono sempre più convinta di doverti stare il più lontano possibile per ricominciare a vivere e l'unico modo che riesco ad immaginare è eliminarti definitivamente dalla mia vita, negandoti la possibilità di cercarmi ancora. Il mio cervello ne è convinto, ma ogni volta che questo pensiero sfiora il mio cuore, non riesco a frenare le lacrime e la mente ritorna ai pochi ricordi ancora nitidi che ho di te. Il tuo silenzio non ha mai fatto tanto male prima d'ora. Io so che non ha senso, che il tempo sta passando e che non tornerò ad essere quella ragazza spensierata che avevi conosciuto, ma più vado avanti e più sento che senza di te mi manca un pezzetto di puzzle per essere felice. Ti ho cercato ovunque, ti ho voluto così tanto da rincorrerti per due anni. Mi manchi e sarei ancora disposta a fare qualsiasi cosa pur di riaverti nella mia vita. Continuo a ripetermi che non era reale quello che abbiamo provato insieme, non lo sono mai le storie estive, eppure guardaci, guarda te, guarda me e dimmi se siamo felici come lo siamo stati quando eravamo insieme. Anche se è durato poco, quasi niente, dimmi che non ha significato niente e che la tua vita ha proseguito senza mai rincorrermi nei tuoi pensieri e io ti lascerò andare per davvero.

sabato 17 agosto 2019

L’autunno negli occhi, l’estate nel cuore

Se c'è una cosa di Ibiza che ti stupisce davvero, quella è la quantità di baristi provenienti dal nord Italia. Tutti si assomigliano, sono belli da togliere il fiato, recitano ogni notte lo stesso copione, centinaia di ragazze sfilano davanti a ognuno di loro, ma alla fine soltanto le più accanite cacciatrici riescono a portarseli a casa al sorgere del sole. Sono simpatici, disponibili, affabili: insomma, fanno parte dello show e senza di loro mancherebbe l'ingrediente segreto che rende tanto nota l'isola della perdizione.
Pensavo di essere stata vaccinata e resa immune al loro fascino molto tempo fa, fino a quando non ho incontrato Fabrizio.
L'ho conosciuto un mattino di giugno, poteva essere una domenica, un mercoledì o un venerdì, poco importa, io ero assonnata e in ritardo per la mia lezione di yoga, lui tornava dal lavoro, entrambi eravamo affamati e gli unici clienti in un bar deserto. Persino il cameriere era latitante, perciò lui ha preso in mano la situazione, mi ha chiesto cosa volessi e mi ha servito. Aveva i capelli spettinati, era stanco, ma sicuro di sé, ho scoperto pochi giorni dopo che tutti nell'isola sanno chi è e si fidano di lui, ma ho impiegato un mese buono per imbattermici la prima volta. Dopo quel primo incontro anche lui ha fatto qualche ricerca su di me e al termine della settimana me lo sono ritrovata davanti con due birre all'ora di pranzo. Mi ha ordinato di seguirlo e da quel momento in poi siamo diventati amici. Il mese seguente è trascorso rapido tra pranzi, bagni all'alba e serate nel locale dove lavora a base di tequila sale e limone e giorno dopo giorno ho imparato a conoscerlo e ad apprezzarlo. A seconda del tipo di ubriaco che si trova davanti diventa all'occorrenza mio padre, mio fratello, il mio fidanzato. Una sera di luna piena non è andato a lavorare, mi ha chiamato e siamo andati a bere in spiaggia le solite birre rubate al locale. Poi, quando si è sbronzato al punto da rannicchiarsi con la testa sulla mia pancia, mi ha raccontato la sua storia, con la stessa enfasi con cui si confida un segreto da nascondere, conservare, proteggere. 

- Alla fine siamo tutti soli qui. Io ho un figlio e una donna che mi aspettano a casa, ma ogni volta che torno è diverso, come se qui mi mancasse una parte di me che ho lasciato a casa e a casa mi mancasse una parte che ho dimenticato qui. Questa è la vera condanna di chi vive a stagioni, siamo destinati a non sentirci mai completi in nessun luogo, sempre alla ricerca dell'emozione successiva. Io sono qui, con te, ma la mia testa è già a casa, al primo giorno di scuola di Gabriele che perderò ancora una volta, al compleanno di Sara che festeggerà con le amiche e non con me e nonostante questo io non desidero altro che restare a guardare ancora il sole sorgere su Ibiza insieme a te.
- Solo perché con me sei certo di non incorrere in complicazioni, ma sono io che ogni sera vedo andare via dal locale le fanciulle che tentano invano di conquistarti e tu nemmeno le degni di uno sguardo.
- Sarà per quello che tornano il giorno dopo e il bar è sempre pieno?
- Io non so cosa abbia di magico questo posto, so solo che quando sono arrivata credevo di aver commesso il più grande sbaglio della mia vita, mentre ora non vorrei più tornare a Milano.
- Invece dovresti pensare anche tu all'autunno, l'estate è agli sgoccioli, manca poco più di un mese e fidati di me, passerà molto più rapidamente di quanto immagini.
- Tu sai già quando partirai?
- Io pianifico tutto, bambina. Lascio sempre l'isola prima della fine della stagione, quando ancora brulica di cuori infranti e ubriaconi nelle discoteche. Sara non ne sa niente, ma ogni anno prima di tornare da lei parto da solo per due settimane. Non credere che faccia chissà che cosa, eh. Non bevo, non tocco una sola sigaretta e vado a dormire alle dieci di sera. Mi depuro dall'Inferno per tornare in Paradiso. Dovresti pensarci anche tu.
- Io devo tornare alla vita reale a capofitto, o potrei non ritornarci più.
- Dicevo così anche io durante il mio primo anno a Ibiza, ma vedi, bambina, tu sei arrivata qui in fuga e hai messo in pausa tutto: i tuoi sentimenti, i tuoi sogni, persino le tue speranze di vedere arrivare il tuo principe azzurro per riportarti a casa, ma non è questo il modo per tornare a Milano rigenerata. Al tuo ritorno, tutte le persone e i casini che hai lasciato saranno ancora lì ad aspettarti e non ci sarà un momento in cui faranno meno paura di prima, ci sarai solo tu e la tua grinta. Qui hai ascoltato per mesi i problemi degli altri, fingendo di non averne di tuoi, ma non mi freghi: io so benissimo che anche tu, esattamente come tutti noi poveri cani sull'isola, hai il cuore fratturato e scappi da chi te lo ha spezzato.
- Touché. Allora, dottore, qual è il rimedio che mi consiglia?
- Vivi questa maledetta isola. Esci dai tuoi schemi. Non siamo in un reality show, la gente non si aspetta che tu sia sempre sorridente e disponibile. Manda a quel paese lo stronzo che ti ha fatto del male, bambina, urlalo al mare e le onde lo porteranno a lui, ma fallo davvero perché solo così ti sentirai meglio, ti sembrerà di vivere e allora ti avvicinerai alla vita vera, che tornerà da te quando smetterai di usare un copione come tutti quassù e finalmente non ti chiederai più prima di agire se stai andando nella direzione giusta o sbagliata. Avrai un inverno intero per leccarti le ferite, ma fattele queste ferite, altrimenti tornerai a casa senza una storia tua da raccontare e direi che non sei proprio il tipo che prende un volo di sola andata per Ibiza e torna a mani vuote a Milano.
- Fabrizio?
- Eh?
- Grazie.
- Non ti preoccupare, bambina, a fine estate presento il conto anche a te.